• Informal medical clinics for Syrian refugees and asylum seekers. Ph Andrea Panico

    L’accesso alla sanità per i rifugiati siriani in Turchia

    Ho superato i monti, guadato i fiumi, come la guerra li aveva superati e guadati in un urlo insano. Ho visto l’erba bruciata, i campi riarsi… perché tanta distruzione caduta sul mondo? E la luce mi illuminò i pensieri. Nessun pensiero umano può dare una risposta a un interrogativo inumano. Io non potevo che portare un poco di pietà laddove non era esistita che crudeltà. Quanti dovrebbero avere questa pietà! Allora non importerebbero la guerra, la sofferenza, la distruzione, la paura, se solo potessero da queste nascere alcune lacrime di carità umana. (L’arpa birmana)(Roberto Ardigò) 1. L’anima di Aynan è piena di stelle cadenti Ancora Reyanli, confine siriano – inizio…

  • Syrian refugees in turkey: child labour exploitation. Ph Andrea Panico

    Il lavoro sommerso e lo sfruttamento dei rifugiati in Turchia

    Syrian refugees and asylum seekers in Turkey: labour exploitation.Ph Andrea Panico Rejanli – confine siriano.Inizio della seconda settimana del Novembre 2016. Qualche ragazzino trascina a fatica una carriola piena di detriti da costruzione, altri bambini fanno su e giù da un’altalena cigolante.Le canne e gli arbusti si piegano sferzati dalle raffiche che alternano i nostri silenzi, imposti da istintivi gesti con cui proteggiamo con le mani il viso dalla sabbia, al rumore sordo e violento dei colpi di martello che sulle travi vibrano in lontananza.Adesso che il sole nato in Siria fugge oltre la Turchia, i corpi dei lavoratori siriani sui tetti delle case in costruzione sono solo sagome nere…

  • Syrian refugees in turkey: child labour exploitation. Ph Andrea Panico

    Io non ho sogni – L’infanzia negata

    “Vi fu un tempo in cui facevi domande perché cercavi risposte, ed eri felice quando le ottenevi. Torna bambino: chiedi ancora.” (C.S. Lewis)“Quando l’infanzia muore, i suoi cadaveri vengono chiamati adulti ed entrano nella società, uno dei nomi più garbati dell’inferno. Per questo abbiamo paura dei bambini, anche se li amiamo: sono il metro del nostro sfacelo.” (Brian Aldiss)     Gaziantep [1], sud est della Turchia. Ultima settimana del novembre 2016.La città è assopita nella proverbiale quiete che segue sempre la tempesta. Bufere e tifoni che in Turchia continuano a succedersi da luglio senza tregue, oramai uno dopo l’altro: epurazioni del sultano, attentati terroristici, scandali internazionali.Il cielo è chiaro.Solo all’orizzonte i soliti nuvoloni…