Conflict in Ukraine, Poland border. Ph Andrea Panico
conflitto ucraina 2022,  reportage

Ucraina, gli ultimi saranno sempre gli ultimi

A causa delle circostanze della crisi1, il flusso in uscita dall’Ucraina presenta la peculiarità di essere composto soprattutto da donne, anziani e minori, persone fortemente a rischio di sfruttamento e tratta, nonché di subire ulteriori traumi e violenze, in particolare gender based. I rischi aumentano esponenzialmente nel momento in cui tali persone soffrono di disabilità psico-fisiche.

Attualmente, sono circa 3 milioni e mezzo le persone che sono riuscite a uscire dall’Ucraina cercando salvezza in un altro paese, di cui un milione e mezzo minori. Se non esiste una stima precisa di quanti di loro siano affetti da disabilità, è ragionevole supporre che tale percentuale possa aggirarsi – almeno per quanto riguarda i minori – intorno al 10%2.

Il 24 febbraio 2022 il Forum Europeo sulla Disabilità (EDF) ha indirizzato una lettera aperta alla NATO, ai responsabili delle istituzioni europee, ai capi di stato europei e a quelli di Russia e Ucraina chiedendo di garantire a tutte le persone affette da disabilità in Ucraina protezione e sicurezza.
EDF ha richiamato in particolare il rispetto della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle persone con disabilità, ponendo l’accento su quanto previsto dall’art. 11 in merito alle situazioni di rischio e di emergenza umanitaria, della Risoluzione 2475 (2019) del Consiglio di sicurezza dell’ONU sulla protezione delle persone con disabilità in situazioni di conflitto, del diritto internazionale umanitario3.

In Ucraina il problema della disabilità alla nascita è particolarmente accentuato dal disastro nucleare di Chernobyl del 1986 che ha causato un forte avvelenamento dell’ambiente da radiazioni aumentando sensibilmente, tra le altre, l’incidenza delle forme di cancro e di disabilità fisiche e psichiche alla nascita4

Si stima che attualmente le persone affette da disabilità nel paese siano complessivamente 2,7 milioni5, 261.000 con una disabilità intellettiva di cui 100.000 ufficialmente riconosciute. 

In Ucraina, secondo lo State Statistics Service, nel 2019 i minori con disabilità erano quasi 164.0006. Molti di questi minori vivono in istituti di accoglienza, orfanotrofi, collegi e strutture psichiatriche già spesso vittime di sfruttamento sessuale, lavorativo e altri tipi di abusi. Ad oggi, solo pochissimi gli orfanotrofi evacuati, per un totale di circa 5.000 bambini.

Come sottolinea Yannis Vardakastanis presidente di EDF “soprattutto le donne con disabilità mentali” sono esposte a maggiori rischi in termini di violenze e sfruttamento. Criticità fortemente aumentata dal fatto che l’Ucraina soffre già fortemente tale piaga (secondo uno studio di UNFPA del 2019 circa il 75% delle donne in Ucraina ha riferito di aver subito una qualche forma di violenza dall’età di 15 anni e una su tre ha riferito di aver subito violenza fisica o sessuale7).

Sul tema della disabilità si sono espressi anche lo Special Rapporteur on the rights of persons with disabilities, Gerard Quinn, e la Independent Expert on the enjoyment of all human rights by older persons, Claudia Mahler, entrambi ricordando che “le persone con disabilità e le persone anziane durante i conflitti armati sono spesso lasciate indietro a causa della mancanza di considerazione dei loro bisogni particolari, portando in molti casi all’abbandono8.

Per queste persone non esiste attualmente safe passage strutturati e sicuri per uscire dal paese9, anche a causa del fatto che molte delle strutture di accoglienza, dove alcuni di loro sono accolti, si trovano in luoghi isolati da dove è più difficile organizzare spostamenti. Anche per chi vive nelle città, uscirne non è semplice. Se non si hanno dei parenti con una macchina, i mezzi di trasporto che il governo ha provveduto a mettere a disposizione sono sempre sovraffollati e impossibili da utilizzare per chi ha delle disabilità. 

Allo stesso tempo è difficile trovare un luogo sicuro in cui ripararsi dagli attacchi dell’esercito russo, come accedere a bunker o strutture di emergenza. Anche solo salire degli scalini può rappresentare uno scoglio insormontabile per persone con mobilità ridotta o altri deficit. 

La carenza, in molti casi totale assenza, di prodotti sanitari e igienici, di prodotti alimentari, di farmaci (come ad esempio quelli per l’epilessia) contribuisce infine a rendere fortemente precaria la vita di queste persone.Un rapporto dell’UNHCR ha confermato che “le persone che vivono con disabilità, compresi i bambini, si trovano ad affrontare condizioni orribili crescenti. I centri di accoglienza a Kiev sono inaccessibili, con il risultato che le persone con disabilità sono costrette a rimanere a casa senza accesso alle informazioni, in attesa di un’opzione più sicura. Le persone con disabilità che vivono in istituti, già segregate dalle loro comunità, sono a maggior rischio di abbandono, dato che il personale stesso ha dovuto evacuare con le proprie famiglie10”.

Per coloro che riescono a raggiungere gli Stati europei limitrofi la situazione non è migliore. Le organizzazioni e le associazioni stanno sostenendo i Paesi nel supportare le persone affette da disabilità, così come avvenuto nel caso delle oltre 200 persone disabili, per la maggior parte bambini residenti in due orfanotrofi a Kiev, arrivati ad inizio marzo nella stazione di Zahony in Ungheria grazie al supporto della Caritas e collocati in centri di riabilitazione nella città di Opole, nel sud-ovest della Polonia.
E’ tuttavia necessario un sensibile sforzo da parte delle agenzie, impegnate a diverso titolo nella protezione dei rifugiati, e dei governi per attuare misure di supporto a tali gruppi vulnerabili affinché non restino gli ultimi tra gli ultimi nel processo di integrazione in quei territori in cui sono stati costretti a fuggire e, almeno temporaneamente, ricominciare la loro nuova vita.

vai al reportage fotografico

  1. Gli uomini tra i 18 e i 60 sono chiamati a restare nel paese a combattere ad eccezione di chi è portatore di esigenze particolari come problemi di salute
  2. https://www.inclusion-europe.eu/war-ukraine-refugees-disabilities-poland/
  3. https://www.edf-feph.org/protection-and-safety-of-persons-with-disabilities-in-ukraine/
  4. https://www.scie-socialcareonline.org.uk/disabled-children-and-their-families-in-ukraine-health-and-mental-health-issues-for-families-caring-for-their-disabled-child-at-home/r/a1CG0000000GcfnMAC
  5. https://www.edf-feph.org/protection-and-safety-of-persons-with-disabilities-in-ukraine/
  6. https://www.unicef.org/ukraine/en/press-releases/disability-day-2021#:~:text=According%20to%20the%20State%20Statistics,access%20to%20opportunities%2C%20namely%20education
  7. https://www.unfpa.org/ukraine-war
  8. https://reliefweb.int/report/ukraine/ukraine-aged-and-those-disabilities-face-heightened-risks-say-un-experts
  9. In Ucraina vengono definiti “orfanotrofi” e altri tipi di strutture simili di accoglienza, gli istituti che accolgono anche minori che hanno anche solo un genitore, si stima infatti che il 90-98% dei bambini negli orfanotrofi abbia almeno un genitore vivente. https://www.driadvocacy.org/wp-content/uploads/No-Way-Home-final2.pdf
  10. https://reliefweb.int/report/ukraine/ukraine-aged-and-those-disabilities-face-heightened-risks-say-un-experts

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